Il Biodinamico non è una evoluzione della agricoltura biologica

È stato depositato presso il Senato della Repubblica, a firma del Senatore Saverio De Bonis, un Atto di Sindacato Ispettivo nei confronti di Enrico Bucci.

www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1299462

Enrico Bucci è un noto ricercatore che da anni è impegnato sul fronte dell’integrità della scienza.
Citiamo qui, a titolo di esempio, un suo recente intervento su The Lancet legato alla (bassa) qualità dei dati disponibili sul vaccino russo: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)00899-0/fulltext

Negli ultimi mesi Bucci ha inoltre cercato di portare elementi di razionalità anche nel dibattito pubblico su diversi temi caldi e ad alto contenuto scientifico, dalla pandemia in corso alla legge che equipara agricoltura biologica e biodinamica.

A meritare a Bucci l’onore di un atto di sindacato ispettivo presso il Senato è stato proprio quest’ultimo tema, ovvero l’aver evidenziato l’inconsistenza scientifica dell’Agricoltura Biodinamica.
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Come Biotecnologi Italiani, oltre a esprimere il nostro apprezzamento e ringraziare Enrico Bucci per il contributo fin qui dato per un dibattito basato sui dati e non sulle opinioni, cogliamo l’occasione per tornare a sottolineare nuovamente che l’Agricoltura Biodinamica NON è un’evoluzione dell’Agricoltura Biologica, come si sostiene anche nell’atto depositato, semmai una sua involuzione (anche storica! La biodinamica nasce nel 1924 l’agricoltura biologica nel 1940).

Per approfondire rimandiamo al nostro recente intervento sul tema: https://www.facebook.com/biotecnologi.italiani/photos/a.1057649557590046/4212202212134749/

Cogliamo l’occasione anche per spronare il Senato della Repubblica a lavorare per portare il nostro Paese nel futuro, valorizzando il sapere che grazie alla scienza viene creato e reso disponibile ogni giorno, e non per riportarlo nel passato ancorandolo a pratiche esoteriche prive di qualunque fondamento scientifico.

Seminario: “Mamma mia che infodemia!”

SAVE THE DATE

Il prossimo giovedì 15, alle ore 21, Davide Ederle e Federica Sirago intervisteranno Agnese Collino sul tema dei temi di questi ultimi 18 mesi: LA COMUNICAZIONE (del rischio e non solo).

Parleremo di come è andata, di come avrebbe potuto andare, di come navigare in questo mare di informazioni che ci ha travolti, e anche di come difenderci da chi (innocentemente e anche meno innocentemente) non ce la sta raccontando giusta.

Non mancate!

Commento sulla legge sul biologico e la biodinamica

 In questi giorni si fa un gran parlare della nuova legge sul biologico e la biodinamica (DDL 988).
Il tema merita davvero tutta questa attenzione?

Risposta breve: sì, eccome.

Vediamo di spiegare meglio il perché.
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Piccola premessa.

L’agricoltura serve a produrre cibo (e anche molta alta roba fondamentale per tantissime attività umane: dal cotone alla gomma, dai principi attivi farmaceutici alle biomasse ad uso industriale). Nel farlo usa la terra che ha però 2 difetti:

  1. È finita. Le terre coltivate e coltivabili non sono infinite e per ogni ettaro in più messo a coltura distruggiamo, per definizione, biodiversità.
  2. Va trattata con cura. Se la tratti male, o il clima non aiuta, diventa sterile.

Sul bilanciamento di questi due aspetti vi invitiamo ad approfondire qui: https://www.stradeonline.it/scienza-e-razionalita/4035-lo-scaricabarile-ambientale-dallo-smog-di-londra-al-climate-change
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 L’agricoltura biologica

Negli ultimi anni è di molto cresciuta l’attenzione verso l’agricoltura biologica in quanto percepita come più sostenibile e “naturale”. Questo tipo di agricoltura parte dall’assunto che la sostenibilità passi dalla rinuncia alla chimica di sintesi e all’uso di OGM, anche a prezzo di rese più basse o minore qualità.

 it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_biologica

Si può dissentire* ma, pur rinunciando aprioristicamente a pezzi importanti di conoscenze scientifiche, è comunque una scelta che investe molto su quella parte di scienza che gli rimane, per portare a casa il risultato: produrre cibo.
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L’agricoltura biodinamica

L’agricoltura biodinamica si spinge (ben) oltre l’agricoltura biologica in quanto non solo rinuncia a pezzi importanti di conoscenza scientifica, ma li sostituisce con elementi magici (davvero!). Questo tra l’altro non è un retaggio del passato. Ancora oggi è possibile andare sul sito di Demeter, che è il marchio del biodinamico, e trovare un intero capitolo dedicato alle FORZE COSMICHE, in quanto parte fondante del metodo biodinamico.

 https://demeter.it/biodinamica/#tab2

Attenzione, non si parla di fasi lunari (che quantomeno sono indagabili e indagate scientificamente), ma di vera e propria astrologia, con cose del tipo:
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La terra è immersa nelle sfere planetarie del nostro sistema solare e le forze planetarie si imprimono, ad esempio, sulla morfologia delle piante (…). Fin dall’antichità, i pianeti sono stati suddivisi in pianeti vicini (Luna, Mercurio e Venere tra la terra e il sole) e pianeti lontani (Marte, Giove e Saturno). I pianeti vicini operano direttamente attraverso l’atmosfera o indirettamente tramite l’acqua, l’humus o il calcio (calcare,potassio e sodio) sulla crescita delle piante. Le influenze di Marte, Giove e Saturno sono canalizzate attraverso il calore e il silice (quarzo, feldspato, mica e orneblenda); penetrano attraverso il contenuto di silice del suolo e salgono nella pianta esprimendosi nei colori dei fiori e nella frutta e nella produzione di semi. Contribuiscono inoltre alle forme di piante sempreverdi, quali lo sviluppo dei boschi. (…)

L’utilizzo dei preparati cornoletame e cornosilice è un’estensione pratica di queste idee. La loro azione può essere paragonata a quella dell’omeopatia, che agisce sui processi metabolici sia delle piante che del terreno mediante energie trasportate da materiali potenziati. I preparati di Rudolf Stainer non si basano su una saggezza agricola tradizionale. Sono solo il frutto dalle sue indicazioni: Wolfgang Schaumann disse: “Steiner aveva il dono di vedere dentro al mondo soprasensibile; era consapevole delle realtà al di fuori del regno delle percezioni sensoriali umane e tentava di trasmettere queste realtà ai suoi ascoltatori utilizzando paragoni verbali e pittorici.

Le sue raccomandazioni riguardo ai preparati traggono origine da qui, in un regno non facilmente accessibile a noi. (…)
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La biodinamica quindi, per produrre cibo, parte dalla “relazione con il mondo soprasensibile” (qualunque cosa voglia dire) del suo fondatore e su questa relazione “non facilmente accessibile a noi” disegna quelle pratiche e riti eccentrici (magici?) che stanno in questi giorni circolando sui giornali. Dal cornoletame alla vescica di cervo (maschio!) ripiena di fiori di achillea.

Chiaro?

Perché quindi il DDL 988 è così importante? Senza dubbio esiste una certa fascia della popolazione che legge l’oroscopo e alcuni basano su di esso anche le proprie decisioni. È un loro pieno diritto e va rispettato. A favore degli oroscopi e degli astrologi però, a memoria, non si sono mai emanate leggi. Finora. Il DDL 988 lo fa, equiparando l’agricoltura biodinamica a quella biologica, e bisogna dargli merito di farlo convintamente, fino in fondo.

Stabilisce infatti anche che al Tavolo Tecnico del Ministero sieda uno che crede che Saturno canalizzi nell’orneblenda e agli effetti del cornoletame , che queste pratiche possano ricevere finanziamenti pubblici tramite un fondo creato ad hoc, spinge affinché vengano promossi percorsi universitari specifici e corsi di aggiornamento per i docenti degli istituti tecnici agrari, oltre a stabilire l’obbligo, per gli enti di ricerca vigilati (CNR e CREA) di riservare parte del loro fondo ordinario per svolgere ricerche sul tema.

Se non ci credete, qui trovate il testo appena votato:
http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/51061.pdf

Siamo davvero sicuri che questo sia un modo (da Paese) serio per affrontare le sfide che riguardano il futuro del nostro cibo e della produzione alimentare? Noi no. Per questo sosteniamo la Sen. Elena Cattaneo nella sua opera di sensibilizzazione.
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*noi come biotecnologi in particolare riteniamo che non abbia senso rinunciare aprioristicamente all’uso delle conoscenze e tecniche biotecnologiche di miglioramento genetico, soprattutto se mimano processi naturali.

Rinnovo cariche Collegio dei Probiviri

Siamo fieri di presentarvi ufficialmente la nuova composizione del Collegio dei Probiviri, l’organo che da sempre sovrintende al rispetto del Codice Deontologico della nostra associazione.
Ringraziamo i biotecnologi per aver partecipato numerosi all’Assemblea Nazionale 2021 e per aver espresso la propria preferenza verso i nostri preziosi candidati.

Davide Ederle – Presidente
Francesca Gilli – Consigliere
Luca Riccardo Formenti – Consigliere
Matias Pasquali – Consigliere
Tommaso Scarpa – Consigliere

Buon lavoro!

Rinnovo cariche Consiglio Direttivo Nazionale

Siamo orgogliosi di presentarvi ufficialmente il nuovo Consiglio Direttivo Nazionale di Biotecnologi Italiani, che si è formato grazie alle vostre preferenze durante l’Assemblea Nazionale di sabato scorso 24 Aprile 2021. Ecco a voi i nomi e le rispettive deleghe di coloro che, per i prossimi due anni, si sono impegnati a raggiungere gli obiettivi della nostra associazione:


Giorgia Iegiani – Presidente
Antonella Carillo – Vice Presidente
Daniela Profico – Segreteria Generale
Antonio Bianculli – Riconoscimento Professionale
Francesco Netti – Formazione Continua
Simona Caporali – Comunicazione
Isabella Pisano – Rapporti con le Università
Marco Grande – Rapporti con i Territori
Virginia D’Oriano – Scuola
Virginia Brancato – Internazionalità

Buon lavoro a tutti!

Anche il “non fare” fa. Le 200.000 dosi di vaccino AstraZeneca sospese non sono a costo zero.

Anche il “non fare” fa. Le 200.000 dosi di vaccino AstraZeneca sospese non sono a costo zero.

Il Patto Trasversale per la Scienza e l’Associazione Biotecnologi Italiani criticano la scelta di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca in assenza di chiare evidenze scientifiche. Serve più trasparenza nelle motivazioni di scelte così drastiche che impattano sulla fiducia delle persone nei vaccini e sul successo della più grande campagna di vaccinazione di massa della nostra storia recente.

Siamo in mezzo ad una strada e un TIR che ci sta venendo contro rapidamente. Stiamo per spostarci, ma notiamo in lontananza un piccolo movimento e di colpo ci fermiamo “per precauzione”. L’esito sappiamo già qual è. Lo immaginiamo benissimo. Ecco, oggi ci troviamo nella stessa situazione. La sospensione delle somministrazioni del vaccino di AstraZeneca, con la terza ondata epidemica in pieno svolgimento, è equivalente a restare in mezzo alla strada mentre un TIR ci viene contro, può causare molti più danni di quelli che si cercano di evitare con la sospensione.

Spesso si pensa che “nel dubbio” sia meglio fermare tutto, e che questa sia sempre la scelta più sicura. Qual è però oggi il vero rischio?

Con 300-500 morti per COVID-19 al giorno, senza contare il sovraccarico dei ricoveri ospedalieri e delle terapie intensive, il vero rischio è proprio il fermarsi, soprattutto senza un più che valido motivo e, nel farlo, incrinare la fiducia consolidata in questi primi mesi di vaccinazione, proprio nel momento in cui si sta estendendo a tutta la popolazione.

La realtà è che ogni giorno in Italia per COVID muore un numero di persone equivalente a 4 aerei passeggeri. Quattro aerei pieni di Matteo, Antonio, Maria, Rosa, Emanuela, Franco… che, non vaccinandosi oggi, risultano non protetti dal virus e che, se colpiti, non riusciranno a superarlo. Per non parlare di tutte le altre persone colpite da forme più o meno gravi che, pur guarendo, soffriranno di strascichi importanti per molti mesi. 

Sia chiaro: è fondamentale la vigilanza, verificare ogni segno che evidenzi anomalie (contaminazioni di lotti, eventi avversi non rilevati durante le fasi sperimentali, ecc.), ma se le evidenze statistiche – come in questo caso – indicano che si è ampiamente all’interno dei numeri attesi (siano questi gli effetti avversi o i decessi per patologie anche rare), sospendere la profilassi vaccinale non ha l’effetto di aumentare la sicurezza, bensì, al contrario, di aumentare il rischio collettivo che ci assumiamo.

Prendiamo, ad esempio, la rara trombosi del seno venoso cerebrale alla base della decisione tedesca di sospendere la vaccinazione. La decisione è stata presa dopo che in Germania si erano registrati 7 eventi (6 in donne). Sulla base di quanto è stato reso fin qui noto, questi 7 (sette) eventi si sono verificati dopo la somministrazione di 1.700.000 dosi di vaccino, su un arco temporale di due mesi. Questo equivale a poco meno di 25 eventi per milione di dosi per anno. Questo numero è del tutto in linea con quanto osservato nella popolazione generale, in particolare femminile, sulla base dei dati disponibili nella letteratura scientifica[1]. Analogamente, anche in Inghilterra, la nazione col maggior numero di vaccinati con il vaccino AstraZeneca, circa 11 milioni, non si è osservato un eccesso statistico di eventi tromboembolici cerebrali. Alla luce dei dati disponibili quindi non c’è alcuna ragione scientifica a supporto dell’adozione di un mal interpretato “Principio di Precauzione” (che parte sempre mettendo sul piatto della bilancia rischi e benefici), come peraltro ha ben sottolineato l’Agenzia Europea per il Farmaco (EMA) in tutti questi giorni. Per contro, l’interruzione della somministrazione crea situazioni di rischio ancor più elevato (come già avvenuto ad esempio rinviando l’uso delle mascherine nelle RSA per paure altrettanto infondate).

Questa decisione di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca inoltre, soprattutto se amplificata da una comunicazione allarmistica, confusa e contraddittoria, e accompagnata da scelte ambivalenti fatte inseguendo il “sentimento popolare”, non fa altro che aumentare l’esitazione vaccinale e la sfiducia nei confronti dei vaccini e della scienza in generale.

Questo perché, purtroppo, la nostra mente, in questi casi non ci aiuta a valutare correttamente i rischi. Infatti:

  1. ci porta ad avere paura dei rischi sbagliati (il vaccino invece del virus; l’aereo invece dell’automobile; lo screening invece del tumore);
  2. ci fa ingenuamente pensare che “stare fermi e non fare niente” sia “più sicuro” che fare qualcosa di attivo (anche se siamo di fatto in mezzo ad una strada e ci stanno per investire);
  3. ci fa pensare che la prevenzione sia solo un fastidio (come per le cinture di sicurezza, che però in caso di incidente ci possono salvare letteralmente la vita);
  4. costruisce relazioni di causa effetto inesistenti (“Post Hoc Propter Hoc”: ieri un gatto nero mi ha attraversato la strada, ecco perché oggi ho preso la multa);
  5. ci fa focalizzare su eventi negativi, anche se rari, perché ci colpiscono emotivamente, a maggior ragione se vengono amplificati dalle reti sociali in cui siamo immersi;
  6. ci porta a sentirci meno turbati da un evento, seppur grave, che si ripete da tempo (i 500 morti al giorno di oggi per COVID, a marzo 2020 ci angosciavano, mentre ora ci sembrano solo fredda statistica), rispetto a qualcosa di nuovo con cui non abbiamo ancora familiarità come il vaccino (che anche se ha effetti avversi gravi limitatissimi, nell’ordine dello zero virgola zero, ci crea più “allarme” di 500 morti al giorno solo perché è qualcosa di nuovo).

E’ per questo che i decisori politici, scientifici e anche logistici devono avere ben presente questi “rischi della mente”, perché possono diventare “rischi per la vita”, specie in una situazione emergenziale collettiva. Davanti a dati evidenti sulla sicurezza vaccinale che emergono dalle milioni di dosi somministrate, e ribaditi ancora oggi da EMA, il “non fare” solo per assecondare paure infondate è molto pericoloso.

Da questa emergenza usciremo anche e soprattutto quando saremo capaci di elaborare una comunicazione chiara, forte e coerente basata su dati oggettivi e trasparenti. L’ansia collettiva è parte del problema non della soluzione, non va né coltivata né cavalcata.

Ora abbiamo due urgenze da affrontare subito: recuperare il prima possibile le 200.000 vaccinazioni mancate di questi giorni; ma soprattutto recuperare la fiducia delle persone messa in crisi da una decisione e una comunicazione autolesionista davvero difficile da capire.

Stare fermi, in una pandemia, uccide. Torniamo a correre, per tornare a vivere.


[1] La decisione è stata presa sulla spinta dei 7 (sette) eventi si sono verificati negli ultimi 2 mesi in Germania su 1.700.000 dosi di vaccino somministrate. Rapportato su base annuale, il dato equivale a poco meno di 25 eventi per milione di dosi per anno.

Tutta la letteratura recente, a partire da uno studio realizzato in Olanda e uno in Australia, indica l’incidenza di questa malattia fra 13.2 eventi per milione per anno (CI 95% 10.6-16.1, Olanda) e 15.7 (CI 95% 12.9-19.0, Australia). È facile verificare come, su numeri così piccoli e popolazioni così ampie, le differenze osservate con quanto visto in Germania non siano significative (per i tecnici, lo Z-score per le differenze fra le proporzioni è pari a -1.4056, p pari a 0.15854). Oltretutto, per quanto riguarda lo studio olandese, si è osservato che per le donne fra 31 e 50 anni di età, l’incidenza è pari a 27.8 per milione per anno (con un intervallo di confidenza del 95% tra 19.8–38.2), del tutto in linea con i numeri osservati in Germania e con la distribuzione fra i sessi nota.

The Incidence of Cerebral Venous Thrombosis | Stroke. 2012; 43: 3375–3377
Cerebral Venous Sinus Thrombosis Incidence Is Higher Than Previously Thought: A Retrospective Population-Based Study | Stroke. 2016; 47(9): 2180-2